Chiesa di San Felicissimo

Cenni Storici

Situata nell’immediata periferia sud-est di Gubbio alle spalle del cimitero comunale, in epoca antica si trovava lungo una strada romana che dalla città portava verso est, su un tracciato disseminato di sepolture tardo romane e citato come “via vetus“.
L’attuale chiesa, a navata unica con transetto, fu edificata nel X-XI secolo su un precedente luogo di culto altomedievale, come testimoniato dalla campagna di scavo del 2008 che ha riportato in luce alcune tombe risalenti a quel periodo.
Secondo la tradizione, non supportata da prove, fu costruita sopra l’antico tempio di Vesta, in onore del santo di Nocera, che qui si rifugiò sfuggito alla furia paterna.
L’area anche anticamente era adibita a necropoli, come testimoniano le tombe visibili dietro l’abside, che ancora conservano resti di ossa umane.
Il più antico documento che ne attesta l’importanza è una donazione del vescovo Ubaldo Baldassini datato 7 Maggio 1160.
Si tratta della concessione di privilegi che sono offerti al priore e al sacerdote della chiesa, nonché ai loro successori.
Due sono in particolare le prerogative attribuite da Sant’Ubaldo: la possibilità di seppellire presso la chiesa di San Felicissimo e la libera facoltà di intervenire, scomunicare e correggere i propri parrocchiani.
Queste particolari concessioni non solo sono immutabili ma chiunque si opponga ad esse è passibile di scomunica.
Il redattore specifica inoltre che i vescovi suoi successori, in perpetuo, non potranno modificare tale decreto.
Questi privilegi saranno poi riconfermati dal pontefice, papa Alessandro III intorno al 1161 e dal vescovo Offredo nel 1184.
Ciò ad evidenziarne l’importanza e l’inalienabilità.
La chiesa ricevette nel corso della sua storia particolari privilegi e fu frequentata dai fedeli fino al 1884, quando fu chiusa e lasciata al degrado in seguito all’inaugurazione del cappellone del nuovo cimitero comunale.
Nei primi decenni del XX secolo crollò il tetto e in seguito il locale fu adibito a deposito di attrezzi agricoli.
Nel 1982 per intervento del presidente dell’Azienda di Soggiorno e Turismo, Ubaldo Palmi, con l’aiuto tecnico dell’arch. Giovanni Venturini della Soprintendenza dell’Umbria, si arrivò al recupero.
 

Aspetto esterno

L’esterno mostra una facciata con portale a tutto sesto, sormontato da una bifora, il campaniletto a vela a un solo fornice è disposto centralmente.
La disposizione su più livelli mostra decorazioni tipiche della costruzione religiosa risalente al X secolo dopo Cristo.
In particolare si notano sia sulla facciata, sia sul fianco sinistro numerosi e interessanti elementi di recupero.
 

Interno

La navata, unica a travi lignee, era un tempo a botte sorretta da archi acuti, ora riempiti.
L’edificio appare disordinato per via di diversi rimaneggiamenti (XII-XIV secolo).
Su soffitto e pareti si notano affreschi ed incisioni.
Un’urna funeraria, rinvenuta nell’Ottocento, ora trasferita al Museo diocesano, conserva le reliquie del santo.
Dalla chiesa proviene anche un sarcofago conservato al Museo civico.
 

Nota di ringraziamento

Si ringraziano gli amici Elisabetta Carlino e Filippo Paciotti per la cortese collaborazione.
Le foto degli interni sono state fornite gentilmente dal Dott. Filippo Paciotti e sono relative alla campagna di scavi del 2008 (attualmente la chiesa non è agibile)
 

Fonti documentative

PACIOTTI FILIPPO L’antica chiesa di San Felicissimo, in Quaderni Ubaldiani n. 7