Chiesa di San Francesco

La chiesa, costruita nella seconda metà del XIII secolo presso il fondaco della famiglia Spadalonga, che avrebbe accolto San Francesco d’Assisi dopo il suo abbandono della casa paterna, risulta già officiata nel 1256, ma nel 1291 non era ancora completata in alcuni lavori di decorazione. Il progetto dell’edificio potrebbe essere dell’architetto frà Bevignate da Perugia, anche se la sua attribuzione è ancora oggetto di discussione. In ogni caso la chiesa è stata trasformata nel Settecento nell’attuale struttura a tre navate, tutte della stessa altezza.

All’esterno si conserva l’abside gotica ed accanto si innalza il campanile, non coevo al resto della chiesa in quanto risulta costruito solo nel XV secolo. La facciata, tripartita, è stata completata nel 1958 con il rosone che oggi si vede, proveniente dalla chiesa di San Francesco a Foligno.

Nell’interno sono tre altari per lato: al primo destro è l’Immacolata Concezione di Antonio Gherardi, al secondo il Crocifisso tra S. Bonaventura da Potenza e S. Giuseppe da Copertino di Giovan Battista Michelini, mentre al terzo la Deposizione dalla Croce di Virgilio Nucci.

Nelle cappelle terminali spiccano gli affreschi: in quella maggiore e nella parte alta di quella destra, quelli più antichi, della fine del secolo XIII, di un anonimo pittore umbro che eseguì nella prima un Cristo benedicente e Quattro Santi, e nell’altra la Rinuncia agli averi e il Sogno del Laterano cadente. Nella parte inferiore di quest’ultima, la cappella Sforzolini, il Maestro espressionista di Santa Chiara realizzò un Cristo benedicente con gli Evangelisti nella volta e sei Santi nelle pareti. Nella cappella sinistra, invece, è completamente riempita dagli affreschi di Ottaviano Nelli con Storie della Vergine (1410-1415 circa).

Al terzo altare sinistro si vede il Sant’Antonio da Padova di Francesco Allegrini, al secondo è il San Carlo Borromeo in adorazione della Madonna col Babino e Santi di Benedetto Bandiera e al primo la Madonna in trono con Bambino e Santi di Francesco Ferdinandi detto l’Imperiale.

LA FAMIGLIA SPADALONGA ACCOLSE FRANCESCO D’ASSISI

All’inizio del 1200 essi abitavano in Gubbio presso la “Platea Mercatali” cioè la piazza del mercato, nel luogo oggi occupato dalla Chiesa di S. Francesco.

Un componente della famiglia era Bernardo, un uomo tanto alto da essere soprannominato “Spada longa” cioè: Spada “il lungo”. Tale soprannome finì per rimanere, come vero cognome, alla famiglia.

L’attività di Bernardo Spadalonga era il commercio e forse anche la produzione di stoffe di lana; e aveva un locale presso la propria abitazione per lo svolgimento di tale attività.

E proprio per questo suo lavoro aveva dei rapporti commerciali e di amicizia con Pietro Bernardone di Assisi, padre di Francesco.

Pertanto si capisce come i tre figli dello Spadalonga: Antonio, Giacomello e Federico, fossero in conoscenza e amicizia con Francesco di Assisi. Con Giacomello, poi, aveva anche condiviso la prigionia a Perugia, dopo la sconfitta di Collestrada.

Quindi si può comprendere anche perché Francesco pensò di fuggire verso Gubbio quando nel 1207, si spogliò degli abiti che indossava e con un misero camiciotto, lasciò la sua famiglia e Assisi.

Infatti, a Gubbio, fu dagli Spadalonga rifocillato e rivestito con una tunica fatta di una stoffa povera e rozza di color grigio, che rappresenterà il primo abito dell’Ordine francescano.

Fondaco degli Spadalonga. La prima parte dell’esodo si conclude a Gubbio nelle vicinanze del fondaco della famiglia Spada, con l’incontro tra Francesco e Giacomello Spadalonga. In due affreschi trecenteschi, distrutti a metà del XVIII secolo, la casa, riconoscibile dallo stemma gentilizio, è situata a poca distanza dalle mura urbiche. La città che accoglie Francesco agli inizi del 200 non ha ancora definito la sua forma verso Sud: l’area inedificata che circonda il fondaco nei dipinti, solo alla fine del secolo, sarà inclusa entro l’ultima stesura della cerchia muraria e identificata, in seguito, come Platea Mercatalis. Tracce da attribuirsi all’antica costruzione, di cui si è tentata una ricostruzione, emergono nel 1983 sotto il piano di calpestio della chiesa di san Francesco, costruita tra il 1230-40 a ridosso dello stesso fondaco. Lo scavo, effettuato per lo smantellamento del pavimento, inizia dalla seconda campata e si estende, per quasi 20 m, lungo l’asse longitudinale della navata centrale: la struttura muraria che ne emerge, visibile già a 20 cm sotto il piano della pavimentazione, ha uno spessore di circa 1 metro ed è composta da blocchi di calcare ben squadrati. Essa è affiancata da due contrafforti, dei quali il primo d’angolo, allineati con quelli del lato sud della chiesa sovrastante. Ad 1 metro di profondità inizia la sottofondazione dello stesso muro, costituita da conci non lavorati e più irregolari; a 1,30 m si raggiunge il livello dei reperti romani. In corrispondenza dell’angolo nord-ovest delle strutture rinvenute, una vasca quadrata, con pavimento inclinato e pareti levigate, è verosimilmente riconducibile all’attività e ai commerci della famiglia Spada.

Chiesa di S. Francesco a Gubbio. Utilizzando in parte dei fondi della famiglia Spadalonga, commercianti di lana, che ospitarono S. Francesco nel suo soggiorno a Gubbio (1206-07), donati alla comunità francescana nel 1214, nel 1256 iniziarono i lavori di costruzione, terminati verso la fine dello stesso secolo. La semplice facciata, ornata da un portale romanico, è rimasta incompiuta nella parte alta: il rosone vi fu montato solo nel 1958 e proviene da S. Francesco a Foligno. Sulla parete di sinistra, un portale gemino è stato murato, sopra si apre un rosone molto elaborato del XIV secolo. Anche parte delle monofore della parete sono state chiuse in seguito al rinnovamento dell‘interno, avvenuto nel 1724. Il campanile ottagonale del XV sec. è stato aggiunto sormontando una delle tre absidi poligonali originali. L‘interno, maestoso, è diviso in tre navate da alte colonne; la navata centrale (dopo l‘intervento del ‘700) con volta a botte, quelle laterali con volte a crociera quattrocentesche: originalmente tutto il soffitto era fatto a capriate. Nell‘abside di sinistra si possono ammirare le „Scene della vita di Maria” di Ottaviano Nelli (1408-1413), che con il ciclo di S. Agostino costituiscono l‘opera di maggior prestigio dell‘artista eugubino. Nell‘abside centrale si sono conservati (ma ridipinti) degli affreschi del XII sec., “Cristo in trono” e i Ss. Pietro, Paolo, Francesco e Antonio da Padova. L‘abside di destra, eretta nel luogo dove secondo la tradizione S. Francesco avrebbe ricevuto la tonaca dalla famiglia Spadalonga, è divisa in due da una volta del ‘400, con due distinti cicli pittorici, ambedue ascritti a Guido Palmeruccio: nella parte superiore, „Francesco che rinuncia ai beni del padre” e „Il sogno di Innocenzo III”; nella parte inferiore, „Cristo Redentore attorniato dai quattro Evangelisti” e, sulle pareti, diversi ritratti di santi. Sul lato destro dell‘abside si accede alla sacrestia, ricavata nei locali del fondo dei Spadalonga, e da lì al Chiostro della Pace (XIV sec.). La Sala del Capitolo è contemporanea alla chiesa, ma fu rimpiccolita nel XV secolo. Il portale trilobato e le due bifore sono state riportate alla luce nel 1965.

Fonte Wikipedia –